UNA CULTURA PER TUTTI
Decentramento culturale e pari opportunità
A Ferrara l’offerta culturale è pressoché a completo appannaggio del centro storico, tutto o quasi accade nel “salotto buono” e, volenti o nolenti, la Cultura è “di classe”, non entra nelle case, negli spazi, nelle strade della maggioranza dei cittadini che vivono ai margini, nelle periferie, è accessibile solo a coloro che “possono”, per formazione culturale appunto, spostarsi, andare a cercarla; in sovrappiù esistono concreti ostacoli logistici ad una fruizione paritaria e democratica di tutti i cittadini agli avvenimenti culturali e di formazione, intere fasce sociali non godono di pari opportunità a causa di una politica del trasporto pubblico che, tesa esclusivamente alla quadratura dei bilanci, di fatto li esclude. Interi, intensamente popolati quartieri sono isolati, dimenticati, i loro cittadini privi di mezzi di trasporto proprio, pensiamo soprattutto agli anziani, ai bambini, ai giovanissimi ma anche a chi semplicemente non può o sceglie di non possederlo, non possono frequentare gli appuntamenti serali dei teatri, delle sale, dei cinema (quelli che restano), delle piazze, perché non hanno poi come tornare a casa.
Tutto accade nel centro, Teatro Comunale, Sala Estense, Boldini circoli, spazi dedicati alla musica, luoghi della cultura “underground”, festival e concerti estivi; pressoché tutte le risorse economiche che l’Amministrazione dedica alla cultura (milioni di euro) sono destinate al centro.
Nelle periferie nulla accade, rimangono alcuni centri di “aggregazione giovanile” per lo più abbandonati a se stessi come lo sono i parchi pubblici, niente concerti, spettacoli, buskers, niente cinema estivi (anche quelli sono in centro), niente circhi ne spettacoli ambulanti e spesso anche nessuna o scarsa illuminazione pubblica.
È necessario tornare ad investire nei quartieri, nelle periferie, inaugurare una nuova stagione culturale che dia impulso alla cittadinanza nella creazione di “ponti” di condivisione, solidarietà, incontro.
Ridare vita ai parchi, alle piazze attraverso iniziative culturali le più varie. Permettere la mobilità notturna verso il centro, ma anche verso le periferie per farle tornare a vivere: è certo che gli spazi pubblici sono più sicuri tanto quando sono più frequentati, vissuti dalla gente.
Destinare spazi inutilizzati o quasi ai tanti artisti, gruppi teatrali e musicali ferraresi per promuovere concerti, incontri, spettacoli, letture, feste. Riportare il cinema nelle periferie, ad esempio con un “estivo” itinerante di parco in parco, di piazza in piazza.
Capire davvero, finalmente, che la cultura genera vita, identità, sicurezza e può generare anche economia, impulso ai piccoli imprendimenti commerciali di ristoro, mercatini artigianali e altro.
Pontelagoscuro, con l’apertura del Teatro Cortàzar, ne è un esempio, da allora nei pressi del teatro sono stati aperti un bar, un pub, un fruttivendolo, il parco è stato finalmente illuminato.
La gente del quartiere frequenta assiduamente le attività in programma e ne diventa protagonista, vedi gli oltre sessanta cittadini di ogni generazione che danno vita all’esperienza del Teatro Comunitario.
Ma Ponte, benché ci sia ancora moltissimo da fare (l’abbandono del parco, l’inaccessibilità al fiume, l’ottenimento della definitiva agibilità al Cortàzar e un sostegno economico degno) rimane nella periferia di Ferrara una positiva eccezione.
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